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I marchi di qualità

Le imprese agroalimentari che intendono garantire la qualità del loro prodotto possono ricorrere all'utilizzo dei Marchi di qualità. In tal caso i produttori devono assoggettarsi ad una serie di regole e controlli tali da garantire la conformità del prodotto a determinati requisiti.
Sebbene l'adozione del marchio sia sempre un atto volontario da parte dell'azienda, non prescritto dalla legge, è possibile distinguere tra marchi di qualità volontari e marchi di qualità regolamentati.

Il Marchio di qualità "volontario" o Certificazione di Prodotto (CDP) attesta la conformità del prodotto a determinati requisiti, riguardanti sia le caratteristiche del prodotto sia le modalità di produzione e commercializzazione. Detti requisiti sono definiti in un disciplinare tecnico che è frutto esclusivo di un accordo privato tra aziende e/o organismi privati che vogliono valorizzare le caratteristiche specifiche del loro prodotto. Un esempio di marchi di qualità volontari è dato dai marchi collettivi privati.

Il Marchio di qualità "regolamentato" è un marchio a garanzia pubblica a cui si accede sempre per scelta volontaria, ma per ottenere il quale è necessario possedere determinati requisiti, inerenti le caratteristiche del prodotto, le modalità di produzione o di trasformazione, stabiliti da regole cogenti sancite da norme italiane o comunitarie, le quali disciplinano anche i sistemi di controllo e di certificazione. Un esempio di marchi di qualità regolamentati è rappresentato dai marchi D.O.P. e I.G.P.
 

Data di pubblicazione: 01/02/2013 12:44
Data di aggiornamento: 17/04/2013 12:04

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