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Storia

Natura giuridica e funzioni

Con un’iniziativa lungimirante dello stato italiano, nel 1918, pochi mesi prima della fine del primo conflitto mondiale, un decreto luogotenenziale istituiva la Stazione Sperimentale di Reggio Calabria con lo scopo di fornire alle imprese del comparto agrumario ed essenziero la necessaria assistenza tecnico-scientifica per promuoverne lo sviluppo.
La scelta naturale di Reggio Calabria come sede dell’istituto appare coerente con la sua posizione centrale rispetto ai territori di Calabria e Sicilia, dove sono concentrate le produzioni agrumarie. I compiti sono elencati nel decreto e sinteticamente prevedono:

  • la ricerca applicata e la sperimentazione industriale
  • le analisi dei prodotti e delle materie prime e la relativa certificazione
  • il trasferimento di conoscenza, attraverso pubblicazioni, formazione, addestramento e consulenze
  • la partecipazione e la collaborazione, con le parti pubbliche e quelle industriali

Alcuni dettagli sono comunque degni di nota. Ad esempio, con molto anticipo sui tempi veniva posta la questione degli scarti di lavorazione, disponendo la sperimentazione per la “razionale utilizzazione dei prodotti secondari, dei cascami e dei rifiuti”, oppure veniva menzionata la necessità di tenere ciò che oggi sembra di difficile attuazione come i “corsi serali o festivi di istruzione teorico-pratica” per il personale di fabbrica.

In ogni modo con la creazione della Stazione si poneva l’accento sul fatto che:

  • uno dei presupposti dello sviluppo del settore era la conoscenza delle materie prime e dei metodi con i quali esse dovevano essere coltivate e trasformate
  • tali conoscenze, nell’ambito del possibile, dovevano essere un patrimonio pubblico e cioè collettivo.

La sede sul lungomare di Reggio Calabria ha trovato la sua sistemazione definitiva nel 1956 quando fu inaugurata la parte nuova dell’edificio su terreno donato dal comune, parte che oggi accoglie gli uffici direttivi e amministrativi, la biblioteca e una parte degli studi e laboratori tecnici e che è venuta ad affiancare la parte più antica dove sono collocati i restanti laboratori e uffici tecnici.

Fin dalla sua creazione, la Stazione è stata gestita da un consiglio di amministrazione in cui era rappresentata la parte pubblica, in maggioranza, e la parte industriale. Il direttore era di scelta ministeriale, mentre l’istituto era finanziato da fondi pubblici e dai contributi industriali, oltre che dai proventi delle attività conto terzi.
Nonostante le attività fossero finanziate in misura consistente dai contributi delle aziende private, la natura pubblica dell’istituto ha sempre garantito la prevalenza degli interessi generali rispetto a quelli particolari. Insieme alla competenza, formatasi in anni di lavoro capillare sul territorio, l’imparzialità è stata la base fondante dell’autorevolezza di cui la Stazione ha goduto nel mondo industriale e della ricerca, dentro e fuori dei confini nazionali.

Sebbene il peso della parte industriale nel consiglio di amministrazione fosse nel frattempo aumentato, la natura giuridica e le funzioni della Stazione sono rimaste sostanzialmente inalterate fino al 1999, quando il decreto legislativo n.540 la trasformava in ente pubblico economico e concedeva la potestà statutaria. L’effetto pratico è stato che la parte industriale ha acquisito la maggioranza del consiglio e la facoltà di nominare un direttore generale e, a propria discrezione, un direttore scientifico.

In seguito al decreto n.78 del 31 maggio 2010, la Stazione Sperimentale è ora un’azienda speciale della Camera di Commercio, che ha tuttavia conservato il nome storico e l’operatività sull’intero territorio nazionale.

Data di pubblicazione: 19/03/2013 12:30
Data di aggiornamento: 29/05/2023 11:31

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